Eravamo in pieno Luglio, quell’anno 1991, quando io, Luigi, Aldo e il Carletto decidemmo di andare a fare una escursione a Malga Cavallo. A dire la verità ci eravamo già stati, ma questa volta volevamo dare un tocco di novità alla nostra camminata; decidemmo quindi che il nostro itinerario sarebbe stato il seguente: dopo aver parcheggiato l’auto a Ponticello (1491 m.) saremmo saliti fino a Malga Cavallo per il sentiero “normale”, ma poi, invece di tornare per la via fatta all’andata saremmo andati fino a Prato Piazza e da lì avremmo preso l’autobus che ci avrebbe riportati al nostro punto di partenza.
Tutti d’accordo, dunque.
La giornata tifava per noi: sole e caldo ci accompagnarono per tutta la nostra escursione. Salimmo dunque fino alla graziosa baita di Malga Cavallo (2164 m.) dove ci fermammo a rifocillarci. Il posto dove sorge la malga è assai pittoresco ed anche escursionisticamente importante, posto come è in un crocevia tra i sentieri che percorrono i monti di Braies. Dalla Malga Cavallo infatti si può proseguire per il Lago di Braies, o si può andare al Rifugio Biella, o, traversando la Forcella Cocodain, salire sulla Remeda Rossa e avvicinarsi alla Croda Rossa, oppure, anche, scendere in Val di Braies per la Sella dei Camosci. Noi, dopo un quarto d’ora di riposo, ci incamminammo verso est sul sentiero numero 3, che contornando il versante settentrionale della Croda Rossa di Braies, porta a Prato Piazza.
Il sentiero si snoda, a volte un poco esposto, lungo la parete del monte. Non è particolarmente faticoso e non ci sono dislivelli significativi da superare. Solo in un punto o due (solo per pochi metri) bisogna fare attenzione e comunque ci sono delle corde fisse che aiutano a progredire. Il panorama intorno è bellissimo, nobilitato dall’alta parete innevata della Croda Rossa che raramente ci capita di osservare così da vicino.
In un punto particolarmente bello per la veduta panoramica che offriva, ci fermammo a riposarci un po’. Prima della ripartenza ci pensarono Carletto e Aldo a nobilitare il luogo con alcune delle loro classiche interpretazioni canore suscitando l’ammirazione di due solitari escursionisti che passavano da quelle parti e delle rare cornacchie delle montagne.
Dopo aver ripreso il cammino in un’oretta o poco più giungemmo nei verdi prati di Prato Piazza da dove, presa la provvidenziale corriera, rientrammo alla base.
Inutile aggiungere che, anche in autobus, i miei mitici compagni non mancarono di far sentire le loro voci impegnandosi in un repertorio di canzoni di montagna che fu accolto da ripetuti applausi e incitamenti a continuare da tutti i passeggeri presenti (escluso l’autista che, frastornato da tutto quel trambusto, dopo aver rischiato due o tre volte di andare fuori strada, commentò le performance canore del nostro gruppo con due o tre frasi in tedesco stretto che, credo per nostra fortuna, non riuscimmo ad interpretare).
NEL FILMATO:
Nel punto di sosta del nostro itinerario verso Prato Piazza, Aldo si esibisce nel suo famoso "Nessun dorma".
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