Il tempo non è che promettesse bene ma insomma qualcosa bisognava pur fare e così io, Giuseppe, Andrea, Patrizia e Matilde eccoci tutti al Passo Tre Croci (dopo un'ora d'auto) intenzionati a raggiungere il Rifugio Vandelli e a visitare il bellissimo laghetto del Sorapiss. Scartata subito l'allettante ipotesi di percorrere il sentiero 217 (quello che parte dal Passo, sale fino ad una forcella e cala sul laghetto dall'alto) perché interrotto da una frana (nova!) abbiamo ripiegato sul meno difficile sentiero 215, quello classico che in due ore e mezza di camminata quasi pianeggiante (ma esposta in alcuni tratti) porta direttamente al Vandelli. La prima oretta è andata bene ma il problema si è presentato quando abbiamo dovuto "affrontare" (la parola è grossa) il primo tratto leggermente esposto. La visione sulla destra del profondo strapiombo e la strettezza del sentiero infatti, hanno risvegliato le ansie da vertigini di Andrea che ha dovuto rinunciare a proseguire ed è tornato con sua moglie al Passo Tre Croci. Abbiamo proseguito quindi noi tre e, dopo un'ora e passa, siamo finalmente giunti al Rifugio proprio mentre (udite, udite!) cominciava a piovere. Il Rifugio Vandelli e il laghetto del Sorapiss hanno infatti questa strana e inquietante caratteristica: quando IO vado a visitarli (e questa era la terza volta) ecco che il cielo si abbuia, la temperatura si abbassa e, sempre, comincia a cadere la pioggia. Il tempo di mangiare un panino (al Rifugio, affollato di vacanzieri disperati dal tempo e affamati, avevano finito tutto) e, sotto l'acqua, siamo giunti al laghetto dove ho potuto scattare solo alcune preziose ma buie fotografie. Il ritorno si è svolto come l'andata: l'acqua mi ha accompagnato per la prima mezz'ora, poi, mano a mano che mi allontanavo dal lago, la pioggia è smessa ed è uscito un sordonico sole. Che ci possiamo fare?
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Io al Rifugio Vandelli |
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Il lago Sorapiss |
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Il Lago Sorapiss e il "Dito di Dio". |
r.m.