La chiesa di Santa Maddalena Moso durante il giro |
![]() |
Scende la sera mentre ci incamminiamo verso la Parrocchiale |
L'ora scelta, nel mese di Luglio, è ideale, qui, in Pusteria. L'ultimo sole se n'è andato da poco, dopo aver colorato di giallo poi di rosa intenso e quindi di un violetto pallido le cime delle Dolomiti, e l'aria trasparente è di un colore ed un sapore particolare. Il cielo è di perla verso Monguelfo mentre dalla parte dell'Austria già cala la notte e il silenzio cristallino e magico dell'insolita ora è rotto solo dalle nostre parole. Si parla di tutto e di niente (nessun argomento ci è precluso) mentre in breve si esce dalla strada della Rienza e si svolta a destra, in direzione della chiesetta di Santa Maddalena che innalza, orgogliosamente umile, il suo personale esilissimo gadget. La punta dello stupendo campanile spicca contro il cielo ancora chiaro e sembra incidervi come fosse un arabesco benedicente, l'ornamento sommitale di ferro battuto dove svetta la croce e dove spesso si riposano, prima di cessare le loro picchiate vertiginose, gli storni e le rondini.
Non ci fermiamo quasi mai a riposare su una delle due panchine poste davanti alla chiesa ma voltiamo subito a destra per la stradina interna e, a passo più sostenuto, eccoci diretti verso il campanile della Parrocchiale, sempre visibile durante la nostra camminata. Ecco, ora che siamo quasi giunti a metà della stradina, ci accorgiamo che la notte, senza quasi che ce ne avvedessimo, è definitivamente scesa ormai.
Intorno a noi è buio ma ciò non rallenta né accelera il nostro passo né interrompe il nostro ragionare; è un buio buono, amichevole e lo sentiamo come uno di noi poiché ci conosce dopo averci accompagnato in tutti i giri similari che abbiamo intrapreso in questi anni.
Giunti alla Parrocchiale basta lasciarsi andare giù per la breve discesa per giungere al ponte sulla Rienza e poi in piazza, a ritrovare altri amici, a proseguire ancora per poco i nostri ragionamenti.
Il giro è finito. Due chilometri? Tre? Non so. Non è una escursione e nemmeno una passeggiata: è solo un momento (ma irrinunciabile) di aggregazione tra noi e l'ambiente naturale e culturale circostante che gli fornisce la scenografia e spesso gli scrive la sceneggiatura.
Ecco: una delle cose che più mi mancheranno una volta tornato a casa sarà proprio il "Giro della chiesetta".
La luna, nel crepuscolo, sul Monte Lungo
R.M.
|