La Croda del Rifugio è quella grande quinta di roccia che sovrasta il Rifugio Auronzo, anzi, sono certissimo che molti tra coloro che salgono da Misurina al Rifugio percorrendo la larga strada a pedaggio che indica: "Tre Cime di Lavaredo" scambiano la Croda del Rifugio per una di quelle tre famose cime che invece si vedono appieno (e dalla loro parte più nobile) solo percorrendo la stradina che porta al non distante Rifugio Locatelli.
Per salire sulla Croda del Rifugio (con un dislivello di soli 400 metri) bisogna innanzitutto salire alla stretta Forcella Alta di Longéres e da lì, salire sulla cresta che porta alla cima della Croda, arrampicandosi sulla sinistra.
Bene: convinti i miei amici di mille escursioni Giuseppino e Gaetano, quel bellissimo mattino di Luglio del 2005 partimmo dal Rifugio Auronzo verso quella che doveva essere la nostra meta.
Il sentiero non è indicato; bisogna salire subito dietro il rifugio e cercare di individuare la stretta gola che divide proprio la Croda del Rifugio dalla Cima Ovest di Lavaredo. La gola non è facilmente individuabile dal basso; l'unica cosa da fare è cercare di avvicinarsi alle rocce e scorrerle verso est. Dopo soli quindici minuti però la strettoia è evidente; è ostruita da un grosso masso incastrato che occorre cercare di superare con i propri mezzi. Provando un pò a destra, un pò a sinistra del masso, alla fine riuscimmo a superarlo anche con l'aiuto di un cordino.
Passato il masso (che si sarebbe poi dimostrato un osso duro nella discesa) ecco che ci si aprì davanti la ripidissima salita che porta alla Forcella. Non sembrava niente di eccezionale ma si rivelò subito ostica per le nostre possibilità. La salita si svolge tra due quinte strettissime di roccia, su ghiaie che franano al minimo contatto e la fatica non tarda a farsi sentire.
Ad un certo punto, visti i pochissimi progressi che facevamo nella salita decidemmo di cambiare il programma della nostra escursione: non saremmo saliti sulla Croda del Rifugio accontentandoci di arrivare alla Forcella.
Procedevamo in fila indiana, distanziati gli uni dagli altri di circa quindici metri. Ad un certo punto Giuseppino, che mi precedeva gridò: "Sassi!!" e vidi con terrore una gragnuola di sassi che, smossi dal mio amico, mi venivano addosso da tutte le parti prendendo forza nella caduta e sbattendo nelle quinte di roccia laterali. Mi accucciai a terra tenendo la testa tra le mani ma non potei evitare che un grosso sasso mi colpisse di striscio (fortunatamente) facendomi sanguinare.
Non era un buon viatico. Medicata alla meglio la lieve ferita, io mi fermai per riprendermi mentre gli altri giunsero alla Forcella, poi, dopo che Gaetano abbe scattato alcune foto per documentare quella meta, decidemmo all'unanimità di tornare al rifugio.
Qualche difficoltà ci fu nel superare in discesa il famoso masso ma alla fine potemmo concludere anche quell'escursione. La meta che ci eravamo prefissa non era stata raggiunta e, per quanto mi riguarda, non avevo nemmeno potuto salire sulla Forcella, ma la giornata non era andata persa.
L'esperienza spesso conta più della conoscenza e a me quella fatta quel giorno servì per ricordarmi i miei limiti e la sovranità della montagna che non deve mai essere presa sottogamba.
Album fotografico dell'escursione by Gaecle:
http://travel.webshots.com/album/552715233BqLxwW
Ciao Gaetano
Cari amici blogger e lettori, mi rifaccio vivo dopo tanto tempo per segnalarvi il blog di un amico conosciuto sul web, anche lui toscano doc, che è un grande amante della montagna, escursionista e alpinista provetto.
Il suo nome è Roberto Mulinacci. Ha scritto un libro interessante che spazia dai personali ricordi delle sue vacanze dolomitiche, fino alle imprese compiute col il suo mitico gruppo della Cordata Hirben.
Già questo nome teutonico evoca come dice lui stesso, imprese di scalate non certamente eroiche ma neppure banali.
Questo è il suo link: http://seneseinpusteria.blogspot.com/, dove potete scricare il suo libro in formato pdf, per poterlo leggere tranquillamente e con comodità.
Patrizio Spinelli titolare del blog: poetaperdere di cui agevolo link: http://www.poetaperdere.splinder.com/
beh... in montagna delle volte è importante sapere dove siamo (anche per poter tornare a casa) la forcella che non sei riuscito a conquistare non è in Pusteria, ma in Val d'Ansiei e le Dolomiti non sono quelle di Sesto, ma di Auronzo.
Quanto alla escursione - alle volte le montagne vanno chiamate con il loro nome e rispettate prima che ci inviino i loro emissari dolorosi.